FUOCO! FOOD FESTIVAL
NATURA, GRANDI CUOCHI E PICCOLI PRODUTTORI
FUOCO! FOOD FESTIVAL, LA RASSEGNA DEI MONTI IBLEI CHE FA INCONTRARE CUCINA E AGRICOLTURA,
FUOCO! FOOD FESTIVAL ARRIVA ALLA SECONDA EDIZIONE RIPROPONENDO UNA FORMULA UNICA IN ITALIA, PENSATA PER PROMUOVERE UN TERRITORIO RICCO DI TRADIZIONI CONTADINE E PRODUZIONI AGRICOLE DI QUALITÀ.
Un territorio si può raccontare attraverso i documenti storici, le tracce dei secoli passati, la posizione geografica, i racconti dei governanti, i monumenti. Ma anche attraverso elementi di vita quotidiana: il cibo, i mercati, i processi di produzione, le pratiche agricole, i metodi di conservazione e i piatti contadini, le tradizioni delle donne di casa. Elementi che compongono una gastronomia intesa in senso ampio. Puntini che messi assieme – come dice Michael Pollan – ti danno la chiave di accesso per riflettere su tutto “dall’ecologia all’identità nazionale”.
Fuoco! Food Festival nasce da tutto questo, dal piacere di raccontare in modo diverso i territori rurali della Sicilia, che in qualche modo il turismo ha sempre considerato di passaggio, e che invece sono ricchissimi di cose da vedere e da fare. Facciamo un giro per esempio sui Monti Iblei, protagonisti delle prime due edizioni di Fuoco!. Le chiese barocche costruite dopo il devastante terremoto del 1693, i panorami da western di Sergio Leone, gli allevamenti bradi di vacche modicane, il ritmo lento dei paesini con il caffè e la granita in piazza, la raccolta e la spremitura delle olive che da ottobre danno il ritmo allo scorrere dei giorni, i piatti contadini da mangiare nelle osterie, la smielatura delle arnie, una natura coltivata e selvaggia allo stesso tempo. Nel 2016 e 2017 abbiamo vissuto tutto questo a Buccheri, dove si è svolto nel Bosco della Contessa l’evento clou, e a Sortino, dove abbiamo portato un pizzico di Fuoco! alla sagra del miele.
In questi anni di crisi, che si accanisce in particolare sui territori marginali, che cosa è stato fatto per valorizzare la parte più rurale del sud? Non c’è una piattaforma a raggruppare e costruire percorsi turistici, uno sportello, una via dell’olio o delle mandorle o delle carrube o del miele. Un posto dove prenotare il turismo esperienziale che sia la raccolta delle olive o la ricotta fatta al mattino con il casaro. Eppure tutti i dati testimoniano l’interesse dei viaggiatori per i temi enogastronomici, divenuti, assieme all’arte e alla natura, il motivo principale dei viaggi.
Fuoco! ha provato con la sua proposta a dare una rimescolata alle carte. Abbiamo messo in contatto cuochi, artigiani, produttori, giornalisti, appassionati. Abbiamo raccontato in maniera insolita un territorio attraverso il fuoco, il cibo, i piatti. Il ritmo lento e avvolgente delle giornate in campagna, la preparazione della brace, il lento rosolarsi del cibo, la mancanza di formalismi che rompe le barriere, diventano una forma nuova per comunicare. Abbiamo piantato un piccolo seme. Aspettiamo che arrivi la primavera.
I NUMERI DI FUOCO! 2017
Uno degli obiettivi raggiunti dalla prima edizione è stata la copertura dei media nazionali, con oltre 15 articoli sulla manifestazione